Ibrido, elettrico o idrogeno?
Proseguiamo la nostra linea di approfondimenti in merito ai mutamenti recenti del mercato dell'auto.
Il mercato
Nell'ultimo articolo abbiamo evidenziato come nel primo semestre del 2019 si sia registrato, complice anche la crescita degli incentivi, un aumento degli acquisti di auto elettriche del 120% rispetto allo stesso semestre del 2018 (fonte: statistica Acea). I dati sono ancora più importanti se confrontati con il generale calo di vendite delle auto diesel (-23,5%) e metano (-37%).
Sempre dalla statistica precedente, risultano in crescita le vendite di auto a benzina (+24,5%), GPL (+4,5%) e ibride (+31%).
Questa modifica permette di ridurre i consumi energetici e le conseguenti emissioni di CO2 del comparto trasporti ma anche di aumentare le possibili fonti di approvvigionamento per la mobilità riducendo la dipendenza dai combustili fossili.
E l'idrogeno?
Un'altra fonte in forte sviluppo è l’idrogeno. Attualmente, infatti, molte case automobilistiche stanno puntando sulla tecnologia idrogeno come strategia per raggiungere l’obiettivo della mobilità a zero emissioni e allo stesso tempo soddisfare le esigenze dei consumatori in particolare per le lunghe percorrenze.
Oggi sono presenti pochissimi prodotti in circolazione, complice la limitatissima diffusione dei distributori a causa delle difficoltà tecniche di stoccaggio. In Italia è presente un solo distributore a Bolzano e la prima macchina a idrogeno è stata immatricolata nel Marzo 2019, ovviamente a Bolzano.
Come funziona?
Le auto a idrogeno sono basate sulla tecnologia delle pile a combustibile o fuel cell che non opera una combustione tradizionale ma una conversione elettrochimica raggiungendo rendimenti molto elevati. L’idrogeno e l’ossigeno contenuto nell’aria aspirata danno come unico prodotto di scarto l'acqua eliminando l’emissione di inquinanti da parte dell’auto.
La cella alimenterà una batteria elettrica per lo stoccaggio e un motore elettrico tradizionale per la trazione.

La tecnologia non è ancora completamente matura soprattutto per l’elevato costo delle pile a combustibile e per le problematiche relative allo stoccaggio dell’idrogeno all’interno dei serbatoi.
Perché è interessante?
Recentemente molti produttori hanno concentrato nuovamente l’attenzione verso questo tipo di tecnologia con l’obiettivo di ritagliare all’idrogeno il 20% del mercato entro il 2025. Infatti, come dichiarato dal responsabile della divisione Mobility Solutions di Bosh Hartung: “appare la soluzione ideale per i mezzi da trasporto di dimensioni medie e grandi, specialmente per viaggi su lunghe distanze”.
In questo contesto molte nazioni stanno potenziando le loro infrastrutture per non perdere l’opportunità.
La Cina ha un programma di diffusione che prevede la realizzazione di 100 stazioni entro il 2020 mentre in Europa la Germania ha già realizzato circa 75 distributori e 28 sono in fase di realizzazione.
In Italia verrà a breve avviata la costruzione di una stazione di rifornimento a San Donato Milanese ed è prevista la creazione di stazioni lungo la A22, l’autostrada del Brennero.
di Mirco Balachia