Verifica di udibilità dei segnali acustici di pericolo: i metodi oggettivi
I segnali acustici di allarme vengono solitamente installati dopo un’attenta progettazione e calcolo della potenza sonora necessaria a fare in modo che risultino chiaramente udibili nell’ambiente lavorativo, ma questo corrisponde sempre ad un buon risultato?
Le situazioni più frequenti
Come in molti altri casi le variabili insistenti nella realtà dei fatti spesso sono ben diverse e più complesse rispetto a quelle prese in considerazione per la progettazione dell’impianto di allarme.
Infatti, le condizioni negli ambienti lavorativi possono essere molte e mutevoli, come ad esempio:
• lavorazioni rumorose saltuarie o temporanee;
• utilizzo di DPI otoprotettori troppo performanti rispetto al rumore presente comportanti un’iperprotezione dell’operatore;
• ambienti esterni molto vasti o con il passaggio di veicoli rumorosi (es. camion, treni, ecc.).
In tutti questi casi è possibile che i calcoli effettuati in fase di progettazione risultino non attinenti alla realtà e quindi i segnali finiscano con l’essere poco udibili.
La norma
Come anticipato in questo articolo, il datore di lavoro è tenuto a valutare anche le interazioni tra rumore e segnali di avvertimento o di pericolo sincerandosi che questi risultino udibili in tutte le postazioni di lavoro e non costituiscano indirettamente un rischio per la salute e la sicurezza dei lavoratori.
Può risultare utile quindi possedere un documento oggettivo che dimostri tale conformità.
Per averlo è necessario effettuare la verifica di udibilità dei segnali di pericolo secondo le modalità indicate dalla norma UNI EN ISO 7731:2009 “Ergonomia – Segnali di pericolo per luoghi pubblici e aree di lavoro – Segnali acustici di pericolo”.
La verifica di udibilità
I metodi per la verifica di udibilità dei segnali acustici di pericolo contenuti nella norma tecnica si dividono in oggettivi, nei quali sono previste delle misurazioni strumentali, e soggettivi, dove è previsto il coinvolgimento diretto dei lavoratori nella verifica. Quest’ultimi, nonostante facilmente attuabili, sono tuttavia meno attendibili (approfondiamo qui questi metodi).
- Per la verifica oggettiva è necessario invece disporre delle misurazioni delle postazioni di lavoro in banda d’ottava da confrontare con i valori dei segnali acustici di pericolo misurati o forniti dal costruttore, nel caso non si disponga di tali informazioni si vede necessaria un’indagine fonometrica integrativa.
- Le misure del segnale di pericolo vengono effettuate ad un metro dalla sorgente del segnale ed in assenza di fonti di rumore ambientale (a macchine spente); se non è possibile escludere le fonti di rumore ambientale la misura viene comunque eseguita, ma va considerata una minor precisione della stessa.
La tabella di seguito mostra nel dettaglio le suddivisioni del metodo oggettivo.

A seguito di questa indagine i segnali di allarme possono risultare chiaramente udibili, condizione che non comporta l’intervento sull’impianto, oppure non chiaramente udibili in alcune aree aziendali e pertanto sarà necessario adeguare l’impianto di allarme per eliminare le aree non coperte dal segnale ed evitare che si verifichi il mancato avvertimento di un gruppo di lavoratori in situazione di pericolo reale ed immediato.
di Davide Gatti
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