United Nations Framework Convention on Climate Change: non comportiamoci come struzzi.
A Madrid, in questi giorni, si sta tenendo la “United Nations Framework Convention on Climate Change”.
“Il mondo deve scegliere tra speranza e capitolazione. […] Vogliamo veramente passare alla storia come la generazione che si è comportata come lo struzzo, mentre il mondo bruciava?” queste le parole di apertura della conferenza del Segretario delle Nazioni Unite Antonio Guteress.
Ma perché il COP25 è così importante?
La Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (o UNFCCC), nota anche come “Accordi di Rio”, è il primo trattato che puntava alla riduzione delle emissioni dei gas serra e del riscaldamento globale nel 1994 e non aveva previsto alcun meccanismo o limite vincolante per garantirne l’applicazione.
Le varie estensioni ed aggiornamenti, compreso il più recente Accordo di Parigi (2015), hanno perseguito e rafforzato gli stessi obiettivi, mantenendo però una chiara libertà di azione, anche se tutti i Paesi avevano allora deciso di intensificare gli sforzi per limitare il riscaldamento globale entro i famosi 1,5 gradi sopra alle temperature preindustriali.
Ora siamo arrivati ad un giro di boa perché il COP25 precede l’anno decisivo, il 2020, quando molte nazioni saranno chiamate a presentare nuovi piani d’azione per il clima, anche perché al momento abbiamo chiaramente mancato gli obiettivi che ci eravamo posti.
Infatti, secondo l’Organizzazione Metereologica Mondiale le temperature medie per il periodo 2010-2019 sono quasi sicuramente le più alte mai registrate, abbiamo raggiunto, nel 2018, il “record” di un livello di concentrazione di anidride carbonica pari a 407,8 parti per milione, (livello che quest’anno ha continuato ad aumentare – ricordiamoci che la CO2 perdura nell’atmosfera e negli oceani per secoli, bloccando i cambiamenti climatici).
Abbiamo anche raggiunto livelli record di temperature nei mari e l’acqua degli oceani è il 25% più acida rispetto all’inizio dell’era industriale, devastando gli ecosistemi marini e riducendo ulteriormente le concentrazioni di ghiaccio in Groenlandia ed Antardide che hanno da sempre la funzione di cuscinetto che assorbe calore ed anidride carbonica.
Di seguito il video ufficiale dell’Organizzazione Metereologica Mondiale (OMM):
Il segretario generale della Organizzazione Metereologica Mondiale (OMM) Petteri Taalas ha dichiarato:
“Se non intraprendiamo azioni urgenti per il clima ora, stiamo andando verso un aumento della temperatura di oltre 3 ° C entro la fine del secolo, con impatti sempre più dannosi sul benessere umano. […] Non siamo, in nessun Paese, vicino alla strada giusta per raggiungere l'obiettivo dell'accordo di Parigi. […] Su base giornaliera, gli impatti dei cambiamenti climatici si manifestano in condizioni meteorologiche estreme e anormali […] Onde di calore e inondazioni che erano eventi “una volta al secolo” ma stanno diventando eventi più regolari. I paesi che vanno dalle Bahamas al Giappone al Mozambico hanno subito l'effetto di devastanti cicloni tropicali. Incendi violenti attraversarono l'Artico e l'Australia. […] Uno dei principali impatti dei cambiamenti climatici sono i modelli di pioggia più irregolari. Ciò rappresenta una minaccia per i raccolti e, in combinazione con l'aumento della popolazione, comporterà in futuro notevoli sfide per la sicurezza alimentare per i paesi vulnerabili”.
Gli sforzi messi in campo fino ad ora sono stati definiti insufficienti ma la realtà è che l'uomo di oggi possiede competenze e tecnologie necessarie a cambiare davvero la situazione, a mancare sono l'impegno e la volontà da parte di tutti. Il problema? Oggi non abbiamo più tempo di aspettare.
We need urgent #climateaction. NOW.
di Gianluca Gualco