Un tuffo nel mare alla ricerca dell’energia rinnovabile
Gli infiniti potenziali di una goccia
Il nostro pianeta è occupato per il 70% dal mare, qui tutto ha avuto l’origine, dalle prime forme di organismi unicellulari fino all’evoluzione di tutti gli esseri marini e terrestri.
Per secoli esso ha accompagnato lo sviluppo delle civiltà e la diffusione delle culture, inoltre, tutt’ora ci fornisce nutrimento con le sue risorse ittiche e rende possibili gli scambi sia commerciali che di persone. Il Mare Mediterraneo ha sempre avuto un ruolo importante, infatti, pur rappresentando solo l’1% della superficie acque mondiale, è attraversato da circa il 20% del traffico marittimo globale.
L'energia dal mare
Tuttavia, questa infinita risorsa non finisce di stupirci: secondo le stime dell’Agenzia Internazione per l’Energia i mari e gli oceani potrebbero essere impiegati per generare tra i 20.000 e i 90.000 TWh di energia elettrica all’anno.
Ma quali sono i metodi per generare energia elettrica dal mare?
Sono molteplici ma i principali sono quattro:
- energia dalle correnti
- dalle maree
- dalle onde
- dal gradiente di temperatura
Le possibilità in Italia
Cerchiamo però di capire meglio la possibilità di installare questi tipi di impianti in Italia e, in particolare, qual è il livello di energia che i nostri mari sarebbero in grado di produrre.
IL POTENZIALE ENERGETICO ITALIANO
Per poter valutare il potenziale energetico del moto ondoso presso gli 8.000 km di coste italiane, sono stati analizzati i dati sul clima d’onda e sui parametri meteomarini forniti dalla Rete Ondametrica Nazionale (RON) attiva dal 1989.
Le 15 boe installate dalla RON raccolgono i dati riguardo l’altezza d’onda, il periodo di picco di questa, il periodo medio, i gradi e la direzione media di propagazione. A queste sono state aggiunte 5 boe di ENEL per rendere più unifrome la distribuzione geografica dei misuratori.
Grazie ai risultati ottenuti è stato possibile disegnare la mappa del potenziale del moto ondoso presso le coste italiane, con indicazioni sulla potenza ed energia annuale. La fascia costiera caratterizzata dal maggior potenziale risulta essere la costa orientale della Sardegna in cui è possibile raggiungere una media di 11,74 kW/m e produrre circa 100 MWh/m di energia elettrica. La costa sud-occidentale della Sicilia presenta un poteniale pari a 5,49 kW/m, quella Tirrenica e Ionica circa 3-4 kW/m, mentre la costa Adriatica ha un potenziale minore compreso tra i 2 e 3 kW/m.
L'ESEMPIO ITALIANO
L’Italia è uno dei paesi leader nel campo delle tecnologie per lo sfruttamento dei moti ondosi. Inoltre, secondo il Piano d’Azione Nazionale per le Energie Rinnovabili (PAN) entro il 2020 dovremmo raggiungere i 3 MW di potenza installata.
Quest’anno ENI ha installato nell’offshore di Ravenna un impianto pilota tutto italiano; la tecnologia usata è quella dell’ISWEC (Inertial Sea Wave Energy Converter), ideata da uno spin-off del Politenico di Torino. Il dispositivo installato prevede un sistema ibrido che oltre allo sfruttamento del moto ondoso è provvisto di impianto fotovoltaico e sistema di stoccaggio energetico. Secondo i primi dati disponibili il sistema ha raggiunto un picco di potenza di circa 51 kW, il 103% della sua capacità nominale.
L’energia derivante dalle onde e in generale dal mare rappresenta oggi la più grande fonte inutilizzata, infatti, a livello europeo rappresenta solo lo 0,02% della domanda energetica complessiva. Data la sua elevata densità energetica, costanza e alta prevedibilità sarà la fonte energetica rinnovabile che darà nel futuro un’importante svolta al processo di decarbonizzazione.
In questo cammino risulta sicuramente essere fondamentale l’apporto della ricerca italiana.
di Davide Torriglia