Russia-Ucraina ed Energia: la transizione energetico-ambientale
Nell’articolo precedente abbiamo messo in evidenza come il conflitto tra Ucraina e Russia abbia messo in rilievo i rischi della dipendenza dell'Europa dal gas russo: i prezzi dell'energia sono aumentati a causa dei timori che le forniture di gas russe possano essere limitate dai danni fisici alle infrastrutture energetiche in Ucraina durante il conflitto, o che la Russia possa persino interrompere completamente i flussi verso i paesi europei.






Riaprire le centrali a carbone non è la soluzione
Tra le ipotesi che sono emerse in questo periodo per risolvere questo problema, l’idea di riaprire le centrali a carbone è sicuramente, tra tutte, quella che avrebbe un impatto più negativo sull’ambiente ma anche sulla salute umana, scontrandosi con decenni di sforzi per ridurre le emissioni di CO2 in atmosfera.
Esistono altre soluzioni, nel breve e nel lungo termine, in grado di limitare il fabbisogno energetico dalla Russia, senza dover ricorrere a tecnologie ormai superate. Ciò costerebbe ingenti investimenti, ma offrirebbe importanti vantaggi in termini di sicurezza energetica, politica estera e clima.
L’approvvigionamento e lo stoccaggio di gas
Come abbiamo visto nello scorso articolo, per migliorare la sicurezza energetica complessiva dell'UE, si potrebbero ampliare le rotte di approvvigionamento di gas: costruendo nuovi gasdotti oppure nuove infrastrutture al fine di importare una maggiore quantità di gas naturale liquefatto (GNL).
Lo stoccaggio del gas svolge un ruolo chiave nel soddisfare le oscillazioni stagionali della domanda e nell’assicurarne la fornitura a fronte di eventi imprevisti, come aumenti della domanda o carenze dell'offerta, che causano picchi di prezzo. Lo stoccaggio del gas assume un valore sempre maggiore per la sicurezza energetica in un momento di forti tensioni geopolitiche.
Le rinnovabili
Nuovi progetti fotovoltaici ed eolici su scala industriale potrebbero aumentare la capacità rinnovabile di altri 20 TWh nel prossimo anno. Le installazioni, però, dovrebbero essere velocizzate semplificando gli iter autorizzativi attraverso uno sforzo politico. Inoltre, programmi di sovvenzioni che coprano parzialmente i costi d’ installazione potrebbero raddoppiare il ritmo degli investimenti.
La costruzione di centrali nucleari potrebbe essere una delle soluzioni a lungo periodo, ma certamente questo richiede ingenti investimenti e il superamento di barriere sociopolitiche importanti.
L’efficienza energetica nel settore civile ed industriale
L'obiettivo che potrebbe essere raggiunto più rapidamente è sicuramente l’aumento dell’efficienza energetica globale. Un programma rapido e ambizioso di retrofit dei doppi vetri e dell'isolamento degli edifici esistenti potrebbe ridurre la domanda di energia per il riscaldamento. Meno rapido ma altrettanto efficace sarebbe il potenziamento e l’ampliamento del teleriscaldamento: reti che trasportano il calore dalle centrali elettriche o da altri impianti di combustione alle abitazioni e agli edifici commerciali.
Gli aiuti alle piccole e medie imprese (PMI) in opere di efficientamento energetico possono aumentare i risparmi energetici e proteggere dalla volatilità dei prezzi. Molti stati dell'UE hanno implementato programmi efficaci per offrire audit di efficienza energetica. È stato stimato che se solo il 5% delle PMI adottassero programmi di efficienza energetica in UE si potrebbero ottenere risparmi immediati per circa 250 milioni di metri cubi di gas.
Anche la sostituzione delle caldaie a gas con pompe di calore elettriche è un'opzione interessante sia per il settore civile che per quello industriale. Le pompe di calore offrono un modo molto efficiente ed economico per riscaldare gli edifici, sostituendo le caldaie che utilizzano gas o altri combustibili fossili. Se si raddoppiassero gli attuali tassi di installazione nell'UE si risparmierebbero altri 2 miliardi di metri cubi di gas.
Cosa possiamo fare noi
Tra le azioni che ognuno di noi può intraprendere per ridurre il consumo energetico, c’è quella di abbassare il riscaldamento delle nostre abitazioni. La riduzione dell'uso dell'energia da parte dei consumatori potrebbe svolgere un ruolo significativo nel ridurre rapidamente la domanda, visto che quasi un terzo in Italia viene utilizzato per il riscaldamento di case e uffici. Secondo l’agenzia internazionale dell’energia (IEA), la temperatura media degli edifici nell'UE è attualmente superiore a 22°C. Secondo le stime, ogni grado di riduzione consentirebbe un risparmio energetico annuo di circa 10 miliardi di metri cubi, riducendo al contempo le bollette energetiche.