Il 13 di agosto del 2015 sono finite le risorse sulla Terra.
Non è un film di fantascienza, ma la realtà.
Ogni anno il Global Footprint Network calcola lo stato di salute della nostra civiltà e del nostro pianeta.
In un momento dove sentiamo parlare e discutiamo tutti i giorni di crisi economica e di come le famiglie non riescano ad arrivare a fine mese, dove un pensionato, perché ha perso tutti i suoi risparmi, o un imprenditore, sommerso dai debiti, si tolgano la vita, non ci rendiamo quasi conto che stiamo sopravvivendo grazie alle risorse accumulate.
Un default materiale molto peggiore di quello economico.
L’Overshoot Day è un avvertimento: stiamo mangiando, bruciando ed usando più terra e materie prime di quanto il pianeta ogni anno possa mettercene a disposizione.
In soli 8 mesi abbiamo esaurito le risorse prodotte naturalmente dal pianeta. Per soddisfare il fabbisogno energetico e al contempo permettere alla Terra di assorbire gli agenti inquinanti che immettiamo nell’atmosfera ci vorrebbe in realtà la capacità di rigenerazione di un pianeta e mezzo, e stiamo parlando non solo di quelle energetiche ma anche di quelle riguardanti la produzione di cibo, le foreste e le altre materie prime che utilizziamo e trasformiamo.
Peggioriamo di anno in anno: infatti, se nel 1993 il giorno del superamento è stato il 21 ottobre e nel 2003 è stato il 21 settembre, quest’anno è arrivato il 13 agosto.
Il danno non è solo ambientale (riduzione della biodiversità e cambiamento climatico innanzitutto), ma anche economico, poiché la scarsità di risorse induce un aumento dei costi, e civile, perché alcuni Paesi potrebbero essere in grado di sostenersi con le proprie riserve di biocapacità, mentre altri no.
In Italia per esempio consumiamo un quantitativo di risorse ecologiche pari a 4 volte la capacità del territorio in cui viviamo.
Una mano dipinta nelle grotte di Chauvet-Pont-d’Arc, in Francia, risalente a quasi 30.000 anni fa, è una delle prime testimonianze dell’uomo, dice:“io sono qui”.
Ad un giorno dalla chiusura del COP21 direi che oggi abbiamo la possibilità di scegliere quanto tempo vogliamo rimanere ancora.