L’equazione dell’Antropocene
Durante i 4,5 miliardi di anni in cui esiste il nostro pianeta, le forze esterne dominanti che hanno influenzano il livello di variazione del sistema Terra sono state quelle astronomiche e geofisiche, ma negli ultimi 60 anni sono state le pressioni antropiche ad aver causato livelli eccezionalmente rapidi di cambiamento nello stesso sistema.
Da qui, leggendo lo studio “The Anthtopocene Review” di Steffen e Gaffney (Australian National University e Kungl Vetenskaps.Akademien svedese) nasce l’equazione di antropocene nella quale gli altri forcings tendono a zero e può essere stimata la velocità di cambiamento sotto l’influenza umana.
I due ricercatori infatti spiegano che “la magnitudo umana dei cambiamenti climatici sembra più l’impatto di un meteorite che un cambiamento graduale” e che “mentre il sistema Terra si era dimostrato resiliente, raggiungendo milioni di anni di relativa stabilità grazie alle complesse interazioni tra il nucleo della Terra e la biosfera, è improbabile che le società umane se la passeranno altrettanto bene. Un fallimento nel ridurre i cambiamenti climatici antropici potrebbe innescare un collasso sociale”.
Quindi cosa fare? Legambiente in questi giorni è stata sentita al Senato sulla nuova Strategia Energetica Nazionale spiegando che il nostro Paese deve perseguire obiettivi più ambiziosi di quelli europei:”è nell’interesse dell’Italia, con l’obiettivo di ridurre la spesa energetica e aiutare la competitività delle imprese.”
Quali idee? Una ci piace molto: i consumer che diventano PROSUMER.
I consumatori che sono anche produttori di energia possono diventare il nuovo pilastro del pacchetto energia e clima dell’UE, che prevede di eliminare ogni forma di restrizione nell’autoconsumo. Bisogna fare in modo che chi riesce a produrre energia elettrica e termica sia messo in grado di scambiarla con la rete o localmente riducendo le richieste di approvvigionamento dalla rete.
Sistemi di accumulo, auto elettriche, impianti FER, reti intelligenti che diventano dei tasselli di un grande mosaico che tra l’altro renderebbe possibile lo spostamento dei consumi verso il vettore elettrico.
Bisogna però superare il grande ostacolo del quadro normativo che oltre ad essere complicato e contraddittorio in alcune sue parti spinge in tutt’altra direzione.
Sicuramente un idea molto intelligente e diversa dalla solita “carbon tax” che però richiede uno sforzo normativo e un chiaro indirizzo da parte del sistema Italia.