Le aste di CO2 e la strada verso la decarbonizzazione
Il perché delle aste di CO2
Il Sistema Europeo di Scambio di Quote di Emissione, abbreviato EU ETS o più semplicemente Aste di CO2, è stato definito nella Direttiva 2003/87/CE, chiamata appunto Direttiva ETS (Emission Trading System). Si tratta di un sistema di controllo dell’Unione Europea sulle emissioni di gas a effetto serra GHG. L’obbiettivo da raggiungere, stabilito nel Protocollo di Kyoto per il secondo periodo (2013-2020), è quello di ridurre le emissioni di gas climalteranti del 20% dei livelli del 1990 entro il 2020.
Soggetti interessati
Il sistema EU ETS riguarda i “Grandi Emettitori”, ovvero i principali responsabili delle emissioni di gas climalteranti nel contesto europeo nei settori maggiormente energivori: produzione elettrica, cementifici, acciaierie, produzione di alluminio, vetro e, infine, operatori aerei.
In totale i soggetti coinvolti sono circa 11.000 a livello europeo, tra questi 1.200 in Italia, di cui il 71% nel settore manifatturiero.
Come funzionano
Per poter rispettare la riduzione di emissioni stabilita nel Protocollo di Kyoto, viene definito annualmente per i soggetti vincolati un tetto massimo di CO2 che può essere liberata in ambiente. Il sistema di scambio permette ai partecipanti di acquistare e vendere sul mercato le quote mancanti o in eccesso, secondo le loro necessità e strategie.
I soggetti obbligati possono, dunque, scegliere se investire nel miglioramento dell’efficienza energetica e nella riduzione delle emissioni tramite tecnologie più innovative, oppure se acquistare quote sul mercato.
Circa la metà dei proventi delle aste di quote per gli impianti fissi e la totalità dei ricavi dalle aste di quote per l’aviazione, deve essere impiegata dagli Stati in interventi volti alla riduzione di emissioni e all’attenuazione del cambiamento climatico. Dunque, la carbon tax imposta ai soggetti obbligati, oltre a gestire in modo controllato le emissioni, porta gli Stati a ridurre ulteriormente la loro dipendenza dal carbonio.
Volumi scambiati e prezzi
Complessivamente le aste hanno generato nel 2018 proventi per 14,1 miliardi di euro, con un aumento del 156% rispetto all’anno precedente; il prezzo ponderato sui volumi è aumentato da 5,77 € nel 2017 a 15,39 € nel 2018.
L’Italia rappresenta il terzo Stato membro per ricavi derivanti dalle aste di CO2, qui infatti sono state collocate 93 milioni di quote (chiamate EUA o European Union Allowances, vale a dire quote di emissione richieste per compensare 1 ton/CO2 equivalente) con proventi per 1,4 miliardi di euro.
Il 2019 ha visto un ulteriore aumento di prezzi con un massimo a livello europeo pari a 30 € ogni quota aggiudicata.
Neutralità carbonica
La quarta fase dell’EU ETS ha come obbiettivo quello di ridurre le emissioni europee almeno del 40% entro il 2030. Il passo successivo, nonché l’obbiettivo finale dell’Unione Europea è la decarbonizzazione completa al 2050. Per il raggiungimento di questo risultato vengono perseguite 7 strategie:
- – Efficienza energetica con emissioni nulle, dimezzando i consumi;
- – Penetrazione delle rinnovabili e del vettore elettrico, che porterebbe anche alla riduzione della dipendenza energetica;
- – Mobilità sostenibile;
- – Industria europea competitiva ed economia circolare;
- – Infrastrutture smart;
- – Servizi eco-sistemici e carbon sink;
- – Ruolo del CCS e CCUS, cioè tecnologie di sequestro e riutilizzo della CO2 per la produzione di e-fuels.
Dunque, aumenta sempre di più la consapevolezza degli Stati riguardo la gravità della situazione attuale del nostro Pianeta, risulta non più sufficiente la mera mitigazione degli effetti dell’inquinamento ma è necessario intervenire con decisione.
La Direttiva ETS e le successive direttive ambientali hanno dato inizio al percorso verso la decarbonizzazione europea. Sicuramente gli effetti di queste strategie non saranno visibili immediatamente, tuttavia queste sono necessarie alla sopravvivenza del Pianeta.
di Davide Torriglia