L’altra faccia del tonno
Nel mondo sono milioni le persone che dipendono da un oceano sano per la loro sussistenza e miliardi quelle che vivono con il loro cibo. L'integrazione di misure adattive nelle strategie e nelle politiche nazionali sono ora passi cruciali per sostenere gli impegni internazionali nell'ambito degli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (SDG), incluso Zero Hunger (SDG 2) e Life Under Water (SDG 14).
Il cambiamento climatico
Come sappiamo il cambiamento climatico pone sfide importanti sia nella gestione della pesca che nel campo della sicurezza alimentare: l'inquinamento, la pesca eccessiva e la distruzione di alcuni habitat hanno avuto conseguenze devastanti sugli ecosistemi marini e sulla biodiversità che essi sostengono.
Le responsabilità globali
I paesi che oggi offrono i maggiori mercati per i frutti del mare sono (in valore) USA, Giappone e Unione Europea, che importa il 70% delle quantità consumate. Questi sono quindi i paesi che hanno la responsabilità maggiore di garantire, attraverso il loro potere di acquisto, che non si alimenti la pesca eccessiva o, peggio, il commercio di prodotti catturati illegalmente in zone di pesca vietate.
Bisognerà quindi fare in modo che la gestione odierna della pesca venga riformata attraverso un protocollo di “gestione sostenibile" che incoraggi per esempio il consumo di specie ittiche non tradizionali dal basso della catena alimentare e una successiva transizione verso metodi di acquacoltura che alleviano gli impatti dei cambiamenti climatici: senza questi adattamenti avremo nei prossimi anni un drastico calo della produttività della pesca con conseguenze negative sia sulle persone che sull'ambiente.
I frutti di mare sono la fonte proteica primaria per circa tre miliardi di persone a livello globale, lo stesso numero dipende dalla biodiversità marina e costiera per il proprio sostentamento.
Nonostante le crescenti prove delle conseguenze del cambiamento climatico, tra cui:
- – habitat e reti alimentari rendono più difficili per le specie recuperare la popolazione;
- – lo scenario di riscaldamento globale degli oceani prevede innalzamenti di oltre 1,5°;
- – ci si aspetta che la cattura globale possa diminuire di oltre 3 milioni di tonnellate per ogni ulteriore grado di riscaldamento;
- ad oggi ancora molto poco è stato fatto per mitigare gli impatti negativi sulla vita marina.
Ma tu, cosa puoi fare?
Secondo un recente studio del WWF la cosa più importante è acquistare pesce sostenibile, infatti:
- – Gli stock ittici gestiti in modo sostenibile influiranno positivamente sul cambiamento dell’ambiente.
- – Gli stock sani e la governance sostenibile della pesca significano che la pesca ha un impatto ridotto sull’ecosistema, ciò porta a popolazioni e habitat oceanici più resistenti.
- – Le scorte sane significano meno carburante e altre risorse necessarie per raccoglierle.
- – I pesci provenienti da acquacoltura responsabile non distruggono gli habitat costieri (come le mangrovie) che sono fondamentali in quanto ecosistemi critici a supporto delle comunità che si adattano ai cambiamenti climatici.
Tutti possono aiutare nella lotta per salvare i nostri oceani.
di Gianluca Gualco
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