Le mucche prendono il sole
Una Mucca in spiaggia! No, non si tratta di uno dei casi di animali che si riappropriano del loro territorio.
Infatti, a Siniscola, provincia di Nuoro in Sardegna, le vacche ogni anno percorrono 20 km durante la transumanza passando sulla spiaggia di Berchida, posto dove sicuramente vorremmo essere tutti in questo momento.
Infatti, la maggior parte di noi è a casa, chi può lavora a distanza e penso che sia importante cominciare a pensare a cosa fare una volta che questa emergenza finirà. In questi giorni ne abbiamo viste di tutti i colori, pensiamo solo al superamento del patto di stabilità, ma il nostro Paese riuscirà a sostenere questo enorme sforzo economico?
L’impatto sull’economia
Centro Einaudi ha esposto da poco lo studio dove è stato calcolato l’impatto che il Coronavirus avrà sul PIL italiano, usando come base di calcolo la riduzione dei consumi delle famiglie e stimando che la fine dei contagi avvenga entro metà maggio, il risultato è una riduzione pari a 66 miliardi (-3,7%).
Dobbiamo davvero quindi pensare e ragionare su come sarà il mondo dopo il COVID19 ed interrogarsi su come rilanciare l’economia e come dare una speranza alle persone che hanno visto le loro attività chiuse per settimane (speriamo non troppe) acuendo i problemi che già tutti conosciamo e portando la propensione degli investimenti ad un livello bassissimo.
“Non dobbiamo sprecare questa crisi per aggredire il cambiamento di cui hanno bisogno le nostre città. E proprio la chiave energetica può essere quella intorno a cui creare opportunità di investimento in progetti di riqualificazione con ambiziosi obiettivi ambientali e sociali” – Edoardo Zanchini, vicepresidente Legambiente
Le opportunità dal settore energia
Si potrebbe per esempio guardare al settore delle costruzioni che ancora soffre per la crisi del 2008 ed ora rischia davvero di pagare un prezzo carissimo. Pensare che qualche mese fa credevo che eco e sisma bonus avrebbero davvero potuto cambiare le sorti delle aziende di quel settore, creando una leva fortissima e credibile per il rilancio del paese. Se ci pensiamo un attimo sarebbe una operazione dove tutti ne uscirebbero vincitori: famiglie con meno costi legati alla spesa energetica, vantaggi ambientali, rilancio della occupazione e della economia molto rapidi e soprattutto una accelerazione verso una prospettiva più “green”. Ma sapere che gli ecobonus sono in scadenza a fine anno (quelli per i condomini al 2021) non aiuta la spinta, gli interventi sono costosi e di certo l’introduzione del bonus facciata di quest’anno ha spostato del tutto l’interesse di diversi condomini ed imprese: abbiamo capito che su questo punto non abbiamo le idee molto chiare.
Si potrebbe anche pensare alla ormai famosa “semplificazione” nel settore delle rinnovabili elettriche, ci sono studi che stimano vantaggi per quasi 15 miliardi, partirebbero investimenti oggi bloccati e ridurremmo per sempre le emissioni. Eppure, anche qua, poco è stato fatto.
Il cambiamento climatico e i suoi rischi
Ma la crisi che stiamo vivendo non deve farci dimenticare che a medio/lungo termine il cambiamento climatico (che pare anche essere intervenuto nella diffusione del Covid-19 vedendo la connessione dello stesso con la Pianura Padana e lo stato del suo inquinamento) comporta rischi ben più gravi.
L’Agenzia Europea per l’Ambiente riporta stime che ci dicono che in Italia nel 2016 ci sono stati circa 75.000 morti in “eccesso” proprio per queste condizioni. Sappiamo quindi che più tempo aspetteremo per ridurre le emissioni di gas climalteranti e meno proteggeremo la biodiversità, tanto maggiori saranno i danni per il pianeta che ci ospita, i costi sociali ed i costi finanziari.
Promuovere gli obiettivi sociali ed ambientali è anche semplice: investire in una transizione equa verso una economia che permetta zero emissioni di CO2 e che, tra l’altro, creerebbe anche posti di lavori di qualità.
Quindi tagliamo fuori l’industria? Smettiamo di investirci? Non credo sia possibile.
La buona dentro la cattiva notizia
Ormai tutti sappiamo che le emissioni climalteranti hanno un rapporto strettissimo con il PIL, avendo esse un rapporto strettissimo con attività produttive e trasporti; sicuramente le limitazioni delle ultime settimane ne hanno provocato una forte riduzione.
Si stima che in Cina, nel mese di febbraio, ci sia stata una riduzione delle emissioni di CO2 per il 25% rispetto allo stesso periodo del 2019, duecento milioni di tonnellate in meno, quello che produce l’Egitto in un anno, evitando almeno 50.000 morti per l’inquinamento atmosferico.
Ma è davvero così?
Sembra una buona notizia dentro ad una brutta, ma purtroppo non è fatta per durare.
Infatti, tutte le crisi economiche che ci ricordiamo, come il crollo del blocco sovietico o la crisi asiatica degli anni ’90, sono si state l’unico momento nella storia più recente dove la crescita ormai costante delle emissioni si sia interrotta, peccato però che dopo un breve calo, tutto è sempre tornato peggio di prima. Per esempio, le misure di stimolo alla crescita del 2010 hanno provocato un aumento di più del 5% delle emissioni, crescita rapidissima rispetto agli anni precedenti.
E’ il momento della svolta
E’ quindi forse arrivato davvero il momento per una svolta positiva.
Trovo infatti personalmente impensabile che senza un vero cambiamento di paradigma nel settore industriale ne arriveremo mai a capo: comunità energetiche, sistemi di autoproduzione e distribuzione di energia rinnovabile, investimenti nella riqualificazione energetica di prodotto, di macchinari, di processi, questo è quello a cui dovremmo veramente traguardare.
Quando questo momento finirà forse ci sarà ancora più chiaro che la qualità della nostra civiltà sarà definita dalle scelte che avremo fatto e che faremo: ricostruire il sistema economico, sociale ed industriale con un nuovo paradigma dove l’energia e il controllo delle emissioni siano la traccia del fare.
di Gianluca Gualco
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