Il ruolo del medico competente con la riapertura delle attività
Il Ministero della Salute ha emanato ad Aprile una circolare contenente indicazioni operative riguardo le attività del medico competente, richiamando l’attenzione su questa figura nella fase di riapertura delle attività produttive sospese a causa della pandemia da Covid-19.
Il ruolo del medico competente, infatti, risulta già di primo piano nella tutela della salute e sicurezza sul lavoro e si amplifica in questo momento di emergenza pandemica.
In particolare poniamo l’accento su due aspetti:
- il ruolo del medico competente nell’integrazione del Documento di valutazione dei rischi
- il ruolo del medico competente nelle modalità del rientro al lavoro di lavoratori a seguito di infezione da Covid-19.
Integrazione del Documento di Valutazione di Rischi
In particolare, la Circolare Ministeriale (CM) evidenzia la necessità di un approccio integrato nella valutazione e gestione del rischio connesso all’emergenza pandemica, rimarcando che l’attività di prevenzione nei luoghi di lavoro nella fase di “riapertura” deve assolvere al duplice obiettivo di garanzia della tutela della salute e della sicurezza del lavoratore nonché, in una logica più ampia di tutela del bene salute, della salute della collettività.
Il Documento di valutazione dei rischi dovrà pertanto essere integrato con l’indicazione delle azioni utili in tema di prevenzione del rischio di infezione nei luoghi di lavoro contribuendo alla prevenzione della diffusione dell’epidemia, coinvolgendo il medico competente sin dalle fasi di individuazione delle strategie prevenzionistiche aziendali anche in riferimento agli aspetti correlati ad eventuali fragilità dei lavoratori.
Al medico competente dovranno comunque essere fornite specifiche informazioni in merito alle azioni di prevenzione e protezione già previste dall’azienda al fine di agevolare lo svolgimento delle attività di sorveglianza sanitaria.
Rientro a lavoro a seguito di infezione da Covid-19
Per il rientro al lavoro la circolare evidenzia quanto sia essenziale richiamare la responsabilità personale di ogni lavoratore secondo quanto previsto dall’art. 20 c. 1 del D.lgs. 81/2008.
Viene evidenziata inoltre l’esigenza che, nel massimo rispetto possibile delle vigenti norme sulla privacy (qui un articolo in merito), il lavoratore dia comunicazione al datore di lavoro della variazione del proprio stato di salute legato all’infezione da SARS-CoV 2.
In caso di positività, viene richiamato il ruolo che il medico competente può svolgere per il tracciamento dei contatti ai fini della loro identificazione in ambito lavorativo e del loro isolamento. Il ruolo del medico competente risulta essenziale in questa fase per la definizione di in un contesto efficace di collaborazione con i medici di medicina generale e con i Dipartimenti di prevenzione per la presa in carico del lavoratore con sintomatologia sospetta.
Reintegro progressivo del lavoratore post Covid-19
Altro tema di rilevante interesse affrontato dalla Circolare del Ministero della Salute è quello del reintegro progressivo di lavoratori dopo l’infezione da COVID-19.
Sulla base delle evidenze scientifiche i malati di Covid-19, che hanno manifestato una polmonite o un’infezione respiratoria acuta grave, potrebbero presentare una ridotta capacità polmonare anche con necessità di sottoporsi a cicli di fisioterapia respiratoria. Per tali soggetti dovrà essere prestata la massima attenzione nell’organizzazione del loro reinserimento lavorativo.
E’ sulla base di questa logica che il medico competente, previa presentazione di certificazione di avvenuta negativizzazione secondo le modalità previste rilasciata dal Dipartimento di prevenzione territoriale di competenza, deve effettuare la visita medica prevista dall’art.41, c. 2 lett. e-ter del D.lgs. 81/08 e s.m.i al fine di verificare l’idoneità alla mansione specifica, anche per valutare specifici profili di rischiosità in ambito lavorativo, indipendentemente dalla durata dell’assenza per malattia, evitando peraltro lo stigma e la discriminazione nei confronti dei lavoratori che hanno sofferto di COVID-19 e che rientrano nell’ambiente di lavoro.
di Marco Olivieri
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