Fotovoltaico in Italia: dal Primo kW installato alle Comunità Energetiche
Ripercorriamo la storia e le innovazioni tecnologiche dietro la tecnologia del Fotovoltaico in Italia.
La storia
L’idea rivoluzionaria e geniale di sfruttare l’energia dei raggi del sole per trasformarla in energia elettrica è nata casualmente nel lontano 1839 dal fisico francese Alexandre Edmond Becquerel. Questa tecnologia ha visto poi un lentissimo sviluppo, dovuto anche all’estrema innovazione rispetto allo standard tecnologico dell’epoca, arrivando a trasformare l’idea in pratica nel 1879 con la creazione del primo pannello solare rudimentale al mondo.
Grazie alla spinta della crisi petrolifera degli anni ‘60/’70 il fotovoltaico ha trovato le sue prime commercializzazioni, arrivando anche in Italia nel 1979 con il primo impianto al Passo della Mandriola sugli Appennini del cesenate.
Il primo impianto fotovoltaico
La potenza di questo primo impianto era di solo 1kW con efficienze bassissime, tuttavia ha stravolto completamente i ruoli: per la prima volta l’utente si è trovato ad essere un produttore oltre che un semplice consumatore. Ai cittadini è stata data per la prima volta la possibilità di poter produrre una parte del fabbisogno di energia elettrica autonomamente, pur sempre dipendendo dalla rete elettrica nazionale.
Negli anni ’90-2000 l’Italia diventa uno dei principali stati per potenza fotovoltaica installata, raggiungendo picchi di sviluppo della diffusione del 400% e riducendo per la prima volta i costi del materiale.
Il risparmio
Questa tecnologia, percepita inizialmente solo come connotazione dello stato sociale, grazie ad incentivi statali del Conto Energia, Detrazioni Fiscali e Scambio sul Posto, ha subito nuovamente una trasformazione di significato: l’impianto fotovoltaico diventa un mezzo per risparmiare o addirittura guadagnare denaro.
Le comunità energetiche
Con la legge 28 febbraio n.8 in Italia è stata introdotta la possibilità di creare comunità energetiche e di attivare progetti di autoconsumo collettivo di energia da fonti rinnovabili.
Una Comunità Energetica è un insieme di persone che condividono un impianto fotovoltaico e godono dei benefici da esso generati.
Grazie a questa modifica viene ulteriormente rafforzata la transizione da consumatore a prosumer: consumatore che partecipa attivamente alle diverse fasi del processo produttivo.
Il prosumer possiede un impianto di produzione di energia, consuma una quota di energia elettrica prodotta, mentre la restante parte può essere immessa in rete, accumulata in un apposito sistema oppure scambiata con i consumatori fisicamente vicini.
Il consumatore ha adesso un ruolo da protagonista attivo nella gestione del processo energetico.
La legge nel dettaglio
L’articolo 42-bis della legge stabilisce che:
– Gli impianti di produzione devono avere potenza inferiore ai 200kW;
– Gli impianti devono essere entrati in esercizio dopo il 1 marzo 2020;
– La condivisione dell’energia deve avvenire attraverso la rete elettrica esistente;
– L’energia prodotta deve essere destinata all’autoconsumo;
– L’impianto deve essere connesso alla rete elettrica a bassa tensione, attraverso la stessa cabina di trasformazione MT/BT;
– Gli autoconsumatori di energia rinnovabile della medesima “comunità energetica” devono trovarsi nello stesso edificio, condominio, ecc;
– I produttori non devono svolgere come attività commerciale o professionale principale la produzione e scambio di energia elettrica (codice ATECO diverso da 35.11.00 e 35.14.00);
– Gli incentivi relativi all’energia elettrica condivisa sono incompatibili con lo scambio sul posto e gli incentivi del decreto FER;
– La quota di potenza dell’impianto realizzata per obbligo di legge (DLgs 28/11) non può accedere ad alcun incentivo, incluso quello relativi all’energia condivisa. Questo significa che se un immobile ha l’obbligo di legge di realizzare un impianto da 10kW e decidesse di installare 18kW, soltanto 8kW potrebbero accedere all’incentivo.
In conclusione
In conclusione, oltre alla continua innovazione riguardante la tecnologia legata al sistema fotovoltaico, che per esempio in pochi anni ha visto un aumento della potenza di picco del singolo pannello da 200W a 400W, parallelamente viene perseguito uno sviluppo e consolidamento delle normative e dei modelli di business legati a questa fonte rinnovabile. Chissà se e quando le città o i quartieri raggiungeranno un’autonomia energetica senza la necessità di ricorrere alla rete elettrica nazionale. Una stima più ottimistica è che in vista della riduzione delle emissioni di carbonio nel settore elettrico prevista per il 2050 circa 264 milioni di cittadini in tutta l’Unione Europea avranno il ruolo di prosumer, rappresentando fino al 45% dell’elettricità rinnovabile dell’intero sistema.
di Davide Torriglia
Hai apprezzato questo articolo?