Diagnosi Energetiche e 50001: da obbligo a opportunità
Il 2019 è l’anno in cui le grandi imprese e le aziende a forte consumo di energia, indipendentemente dalla loro dimensione, dovranno eseguire una diagnosi energetica condotta da società di servizi energetici, esperti in gestione dell’energia, auditor energetici, in conformità al decreto legislativo n°102 del 2014.
Tale obbligo non si applicherà per le grandi aziende che hanno adottato sistemi di gestione conformi EMAS e alle norme ISO 50001 o ISO 14001, a condizione che il sistema di gestione includa un audit energetico conforme al DLgs. 102/2014.
I risultati delle diagnosi dovranno essere comunicati all’ENEA anche per le aziende che si certificano ISO 50001, attraverso la redazione di:
– una matrice di sistema (format disponibile sul sito dell’ENEA) nella quale si possano evincere:
- criteri e modalità di implementazione del sistema di gestione in risposta ai requisiti del DLgs. 102/2014;
- in quali documenti, procedure e/o registrazioni è posta in evidenza e sia possibile rintracciare tale conformità.
– un file excel riepilogativo contenente elementi quantitativi degli indicatori EnPI di prestazione energetica delle principali aree di Uso Significativo dell’Energia individuate dall’organizzazione.
Inoltre, le imprese a forte consumo di energia sono tenute alla progressiva attuazione, in tempi ragionevoli, degli interventi di efficientamento energetico individuati dalle diagnosi stesse o in alternativa ad adottare sistemi di gestione dell’energia conformi alle norme ISO 50001.
Gli obiettivi della Strategia Energetica Nazionale

Questi obblighi sono inseriti nel percorso virtuoso delineato dalla SEN (Strategia Energetica Nazionale) al 2030 per il potenziamento delle politiche di efficienza energetica, che riguarda: il raggiungimento del 30% di risparmio energetico rispetto al livello di consumo tendenziale previsto a quella data, il miglioramento della competitività del Paese e la sicurezza di approvvigionamento energetico.

I vantaggi della diagnosi energetica
Quindi, la redazione di una diagnosi energetica non è solo l’adempimento di un obbligo di legislativo, ma risulta uno strumento chiave per la razionalizzazione dei consumi e degli usi energetici per conseguire gli obbiettivi di riduzione dei consumi finali della SEN.
Il Piano d’Azione per l’Efficienza Energetica (PAEE) 2017 analizza e rafforza le misure già attive e volte al raggiungimento degli obiettivi di efficienza energetica al 2020.
Per l’industria, dall’analisi delle diagnosi energetiche eseguite ai sensi dell’articolo 8 del D.Lgs. 102/2014, il PAEE offre una panoramica dei possibili interventi di efficientamento del processo produttivo, evidenziando la mole di investimenti attivabili nel settore delle costruzioni e della produzione di componenti e impianti ad alta efficienza, prevalentemente fornita da industrie nazionali. Il risparmio potenziale complessivo stimato è pari a oltre 1,5 Mtep, di cui oltre 1,1 Mtep conseguibile attraverso interventi i cui investimenti presentano tempi di ritorno inferiori o pari a 5 anni.
Il rapporto dell’ENEA

Se analizziamo i dati riguardanti il numero di diagnosi pervenute all’ENEA al 31 dicembre 2017, risultano inviate 15.460 diagnosi di siti produttivi, relative a 8.686 imprese. Oltre il 45% delle diagnosi è stata effettuata in siti afferenti al comparto manifatturiero e oltre il 10% nel commercio, dove pesano i consumi della Grande Distribuzione Organizzata.
Dall’analisi delle diagnosi pervenute, il potenziale di risparmio energetico derivante da interventi caratterizzati da un tempo di ritorno dell’investimento pari al massimo a 3 anni,è considerevole: attraverso circa 8.400 interventi è possibile un risparmio energetico di circa 0,78 Mtep/anno, con circa 650 milioni di euro di investimento.
Quasi 5.300 interventi sono stati individuati nel comparto manifatturiero, per un risparmio di circa 0,6 Mtep/anno, a fronte di circa 500 milioni di euro di investimenti.
di Marta Boschetto