Biometano. Produrre energia pulita a Km 0
“Biometano. Produrre energia pulita a Km 0” un convegno atteso dagli addetti ai lavori e non, riguardo novità e tecnologie per la riduzione delle emissioni di gas serra e l’inquinamento in città. Una mattina di interventi e dibattito in cui si sono aperte le porte a diversi ragionamenti e spunti per la produzione e lo sfruttamento del biometano.
Andrea Premi, gas and network advisor, ha dato il via all’evento con un interessante e tecnica presentazione riguardo la vendita di biometano – GSE vs trader privati, mostrando la situazione normativa europea e focalizzandosi su quella italiana in forte evoluzione negli ultimi 7 anni.
La sua analisi si è incentrata sul ruolo del GSE come intermediario nel ritiro della produzione di biometano e dell’operatore di mercato nella vendita diretta.
Michele Positano, di Agatos, ha poi presentato l’impianto BIOSIP di Marcallo con Casone: 12.000 metri quadri di superficie occupata per la produzione di 4 milioni di standard metri cubi di biometano. 30 mila tonnellate di FORSU vengono trattate e smaltite senza alcuno scarto.
Il processo è in ambiente sigillato e non pericoloso, utilizza un digestore triconcentrico con 4 processi:
- Separazione delle frazioni liquida e secca del rifiuto umido;
- Digestione anaerobica con pastorizzazione e sanificazione dei residui;
- Separazione per evaporazione ed osmosi del digestato per produrre energia elettrica e calore necessari alla creazione di acqua pulita, ammendante e concime.
- Produzione di biometano pulito e rinnovabile ideale per l’alimentazione di mezzi pubblici, camion e traghetti.
L’impianto ha un costo di 19 milioni ma può ottenere dei ricavi di circa 5-6 milioni all’anno e di conseguenza un rientro economico decisamente interessante.
Il Professor Trivero, dell’Università del Piemonte Orientale, ha concluso la mattinata applicando il ragionamento alla città di Alessandria. Un’analisi focalizzata sulla popolazione e la FORSU prodotta dai cittadini su cui si è calcolato il beneficio dell’introduzione di un impianto di produzione biometano.
Tra i vantaggi economici e ambientali spicca innanzitutto il problema dello smaltimento dei fanghi il cui costo ammonta oggi a 200€ a tonnellata. Eviterebbe inoltre i costi energetici ed economici per il trasporto, le perdite e lo stoccaggio di combustibile, ma anche il rilascio di metano in atmosfera che contribuisce all’effetto serra in maniera maggiore rispetto alla CO2.
L’utilizzo di un tale impianto, sottolinea il Professore, crea nuovi posti di lavoro; utilizza una fonte energetica gestibile secondo le esigenze e non più intermittente; valorizza lo scarto o il rifiuto che entra direttamente in nuovi processi produttivi e permette la creazione del biometano.
E’ poi stato calato, come esempio, un impianto di biogas direttamente in Alessandria: il 15% in un sistema di cogenerazione per il teleriscaldamento e l’85% direttamente nelle caldaie delle abitazioni (coprendo parte del fabbisogno di gas in appartamenti di classe G, B o A). Un impianto che permetterebbe una riduzione di 43.000 tonnellate di CO2 emesso all’anno dalla città di Alessandria.